La radice del fenomeno del bullismo è sostanzialmente una difficoltà a relazionarsi con l’altro. “Il bullo e la vittima sono entrambi inchiodati in un ruolo che li trattiene rigidamente in una posizione relazionale da cui è impossibile riconoscere e capire l’altro” (N. Terminio).
Le espressioni del bullismo di tipo fisico possono essere di vario tipo: dal pizzicare al graffiare, dal mordere al tirare i capelli, dallo spingere alo strattonare la vittima, dal colpirla in modo più o meno violento al rinchiudere in una stanza o rubare oggetti
Anche le espressioni del bullismo verbale possono assumere varie forme: dall’offesa alla minaccia, dall’insulto alla derisione, dall’umiliazione alla presa in giro
Tende a isolare la vittima e a danneggiarla con pettegolezzi e calunnie esaltandone la differenza rispetto al gruppo. E’ meno visibile ma comunque pericoloso ed è prevalente presente nei gruppi femminili.
La diffusione sulla rete di messaggi, filmati, chat di gruppo, che porti al danneggiamento e alla reputazione della vittima. L’aspetto più grave è la difficoltà nel rimuovere da Internet le offese ricevute, che, inoltre, possono essere viste e riviste più volte nel tempo.
Secondo Dan Olweus per parlare di bullismo devono essere presenti 3 condizioni:
Gli attori della scena sono 4:
Ogni ragazzo ha una storia familiare fatta di gioie ma anche di frustrazioni, ognuno a modo suo porta a scuola la sua “famiglia nello zaino” come afferma D. Pennac.
Non possiamo non tenerne conto e puntare il dito contro i ragazzi che, sotto varie forme, manifestano il proprio disagio familiare: il ragazzo che esercita il bullismo, reagisce con condotte etero-aggressive ossia rivolte verso l’altro ed è sostenuto dagli amici gregari che lo fanno sentire potente e invincibile, mentre il ragazzo che subisce il bullismo, reagisce con condotte auto-aggressive, ossia rivolte a sé stesso ad esempio con atti di autolesionismo, depressione, a cui spesso segue una rinuncia a portare avanti le attività quotidiane compreso la scuola. A volte la vittima è una persona così sola che si presta a farsi trattare male pur di essere considerata dai compagni, pur di essere visto.
Entrambi hanno bisogno di sostegno e di essere visti dal mondo degli adulti sia per placare gli istinti più aggressivi sia per rinforzare gli atteggiamenti più remissivi.